rappresenta la realtà ideale per un soggiorno salubre e riposante a contatto di una terra incontaminata, con mari limpidi e puliti, spiagge bianche, fondali marini variegati, ma anche per una vacanza alternativa sulle colline e sui monti calabresi, alla riscoperta di antichi percorsi e di antichi sapori, grazie ai ricercati prodotti tipici calabresi ( cipolla rossa di Tropea, 'nudja di Spilinga, Pecorino del Monte Poro, Pecorino delle Serre, l'olio extravergine d'oliva, i mostaccioli di Soriano Calabro, etc), che è anche un modo per conoscere una Calabria diversa e ricca di bellezze naturali, all'insegna di un turismo rurale ecologico e naturalistico. La Calabria con le località turistiche di Tropea, Capo Vaticano, Parghelia, Zambrone, Briatico, Pizzo Calabro, Nicotera e Joppolo e altre località della Costa degli Dei dispone di una ricettività economicamente conveniente e di ottimo livello qualitativo composta da Alberghi, Villaggi turistici, Campeggi, Appartamenti per vacanze e Residence, Agriturismo, Case rurali e ville posti direttamente sulle bianchissime spiagge o in punti straordinariamente panoramici, acque cristalline, insenature modellate dai venti e dalle correnti, tradizioni secolari che emergono con forza, miti e leggende che si intrecciano…
Tutto ciò rappresenta l'essenza di quella che viene definita la "Costa degli Dei".
Un paradiso acquatico-naturale scelto dagli Dei come dimora dei loro figli e destinato a imprimere a tutti coloro che si avvicinano un ricordo e delle emozioni indelebili.
La natura incontaminata e scogli di granito che molte volte assumono forme di draghi e animali mitologici trascinano il visitatore in un mondo fuori dalla realtà, fatto di profumi,giochi di luce spettacolari, immagini e suoni che rievocano leggende e stimolano la pace dei sensi.
Venite a provare anche voi le emozioni che solo la natura può trasmettere.
Visitate il Portale Turistico e Guida gratuita per scoprire gli angoli più belli della Calabria (Tropea, Capo Vaticano, Pizzo Calabro, Nicotera,Parghelia..) e pianificare una vacanza nei migliori alberghi, residence, villaggi in Calabria, campeggi, agriturismo, appartamenti, case vacanze, case in affitto a Tropea tutto su www.tropea.biz
Tropea è la perla delle vacanze in Calabria con le spiagge incontaminate e il mare pulito (5 vele 2005) 1° classificata - IL Vacanzometro per Ricettività, ambiente, qualità e convenienza. Da visitare anche www.capovaticano.biz e www.kalabrien.biz
Il roccioso promontorio di Capo Vaticano si trova nel comune di Ricadi (VV) a sud-ovest da Vibo Valentia, vicino a Tropea in Calabria
Secondo una nota rivista francese, Capo Vaticano, è considerata la terza spiaggia più bella d' Italia e fra le 100 spiagge più belle al mondo.
In collaborazione con il portale dei Calabresi del Mondo www.calabresi.net
Olio Extravergine Biologico a Freddo L’olio ottenuto con il metodo a freddo ha maggior Polifenoli clicca qui....
Pubblicato il: 16 Luglio 2016 Aggiornato il: 2 Giugno 2017
Spesso non è olio d’oliva, spesso nelle navi che trasportano l’olio ci trasportano di tutto, anche idrocarburi, spesso ci mettono olio tagliato con altre schifezze o proviene dalle raffinerie dell’olio e se arriva in Italia dalla Tunisia passando per la Spagna diventa olio comunitario.
“È incredibile che il lampante, cioè un olio che non è neanche commestibile, viene importato in quantità enormi dalle aziende di olio italiane arriva Italia, il cui scopo non è dichiarato ma verrà miscelato e posto sullo scaffale dei supermercati.
I produttori non riescono a competere con questi prezzi bassi del finto olio di extravergine di oliva, perciò molti vendono all’estero a giapponesi o americani, invece quelli che non riescono abbandonano gli uliveti. Una bottiglia da 10€ a litro non può competere con quella da 2,5€, ma bisogna sapere quello che c’è dentro! L’olio extravergine di oliva si può fare “anche” con le olive, ma non solo. In commercio, in alcuni casi, di olio extravergine di oliva non vi è nemmeno l’ombra. Tant’è che l’olio extravergine di oliva risulta ai primi posti della classifica dei prodotti più contraffatti. In Tutti i Frantoi c’è un contenitore, in gergo chiamato “l’inferno”, usato per metterci l’olio cattivo, chiamato lampante, perché era usato in passato per lampade a petrolio. Oggi è richiestissimo dalle grandi industrie alimentari, poiché dopo rettifica chimica, opportunamente miscelato con oli extravergine di oliva di qualità, viene venduto come olio di oliva. L’olio difettoso può essere bonificato con la raffinazione e la deodorazione. Poi può essere ricostituito e sofisticato in tutti i modi possibili per renderlo più gradevole; può essere miscelato con vari oli (girasole, palma, etc), colorato di verde con la clorofilla e simili. Purtroppo la chimica degli imbrogli è più forte di quella dei controlli, e i forti interessi economici prevalgono sugli effetti deterrenti delle pur pesanti sanzioni amministrative e penali. Il vero olio extravergine di oliva è difficile da reperire.
Guardate questi brevi video dove ci sono delle inchieste fatte da La7 e PresaDiretta. Il mio consiglio è di comprare da frantoi e aziende agricole locali e quando non è possibile comprare olio biologico italiano raccolto a mano ed estratto a freddo.
Per visualizzare i video cliccare in basso dove abbiamo appreso la fonte della notizia. fonte: la Stella
Nuovi Parametri acidi grassi a livello Internazionale
Il Consiglio oleicolo internazionale ha approvato i nuovi parametri degli acidi grassi. Lo rende noto il ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali. La richiesta di revisione dei limiti è stata al centro di una intensa negoziazione in questi mesi tra l'Italia, la Commissione Ue e i Paesi aderenti al Coi.
Notizie sull'Olio di Oliva, con la decisione di oggi, i limiti di acido eptadecanoico ed eptadecenoico saranno rispettivamente aumentati a 0,40% e 0,60%, mentre per l'acido ecosenoico il limite viene fissato a 0,50%.
Questa nuova decisione, frutto del lavoro portato avanti in sinergia tra amministrazione e filiera nazionale, valorizza ulteriormente la genuinità degli oli italiani e la ricchezza varietale che contribuisce a determinare l'alta qualità degli oli nazionali.
sono state scoperte alcune sostanze che messe a contatto con le cellule tumorali ne bloccano immediatamente la moltiplicazione: impediscono, quindi, al cancro di crescere.
La ricerca medico scientifica, condotta dagli esperti dell'Università di Granada, in Spagna, è stata pubblicata sulla prestigiosa rivista di oncologia Bmc Cancer (www.biomedcentral.com).
Gli scienziati spagnoli, in laboratorio, hanno separato l’una dall’altra tra le 500 alcune sostanze che compongono l’olio extravergine di oliva (prodotto ricavato naturalmente dalle olive per semplice spremitura in frantoio). Hanno poi sottoposto all'azione dei singoli composti alcuni campioni di cellule di tumore al seno. In questo modo hanno scoperto che le sostanze contenute nell'olio extravergine di oliva, i lignani e i secoiridoidi, messi a contatto con le cellule tumorali ne bloccano immediatamente la moltiplicazione.
Dai ricercatori è stato messo in risalto che queste importanti sostanze, non sono presenti negli oli di oliva meno pregiati, che sono ricavati con trattamenti industriali come la somministrazione di calore (il calore viene utilizzato dalle raffinerie, nel processo per abbassare acidità ed eliminare altri difetti come cattivi odori ecc.) o l'aggiunta di solventi chimici.
I lignani e i secoiridoidi, proseguono gli esperti, sono presenti anche nelle olive, ma a concentrazioni meno elevate: per questo, concludono, è senza dubbio utile usare regolarmente a tavola l'olio extravergine di oliva e mangiare spesso questi frutti.
Un'altro studio sull'olio extravergine d`oliva per la protezione contro il cancro al seno: a scoprire il meccanismo chiave attraverso il quale l`olio d`oliva, a differenza degli altri oli vegetali, protegge l`organismo dal tumore alla mammella è uno studio spagnolo realizzato dai ricercatori dell`Universitat Autònoma di Barcellona guidati da Eduard Escrich e pubblicato sulla rivista Carcinogenesis.
I ricercatori dell`Universitat Autonoma di Barcellona hanno decodificato una serie di eventi a cascata attivati nelle cellule tumorali del seno dalla presenza dell`olio extravergine d`oliva, scoprendo che inibisce l`attività dell`oncogene p21Ras (che stimola la proliferazione incontrollata delle cellule e facilita la crescita dei tumori), favorisce la morte delle cellule tumorali (sopprimendo l`attività di proteine essenziali per la sopravvivenza delle cellule in quanto impediscono l`apoptosi, il "suicidio" delle cellule), e sarebbe anche responsabile della protezione del Dna cellulare (le cellule di animali nutriti con una dieta ricca di olio extravergine di oliva hanno fatto registrare lesioni al Dna inferiori al gruppo di controllo). I test sono stati finora condotti su modelli sperimentali, ma i ricercatori hanno già iniziato un nuovo studio su linee cellulari umane. I ricercatori, inoltre, hanno messo in evidenza che, al contrario dell`olio d`oliva, quello di mais sarebbe invece nocivo: ricco di acidi grassi omega6, favorirebbe l`aggressività tumorale.
I ricercatori consigliano quindi un consumo moderato e regolare di olio d`oliva, secondo le regole della dieta mediterranea: da diversi studi risulta infatti associato a una bassa incidenza di diversi tipi di tumore, compreso il cancro al seno, ed è inoltre già noto per avere un ruolo protettivo contro le malattie coronariche.
Secondo L‘ Oncologo Veronesi il 35% dei Tumori viene provocato dall’alimentazione.
I diversi e svariati studi scientifici hanno dimostrato la straordinaria importanza per la nostra salute nell’utilizzare quotidianamente l’olio extra vergine di oliva. …..approfondisci Olio contro il Cancro…..
Pubblicato il: 7 Luglio 2016 Aggiornato il: 28 Settembre 2020
La dieta mediterranea si è classificata prima nel ranking annuale di U.S. News&World’s Report’s.
È la più sana, la migliore combatte l’infiammazione, la dieta mediterranea aiuta anche la fertilità e il concepimento. Più facile da seguire e migliore dieta a base vegetale. E' costituita da cereali integrali, legumi, semi, pasta,olio extravergine di olivafrutta,verdure e pesce mentre latticini e carne in forma minore. Fondamentale nonchè il Re è l'olio extravergine di oliva.
Pubblicato il: 7 Luglio 2016 Aggiornato il: 24 Marzo 2023
è Ottenuto esclusivamente da olive italiane di nostra produzione e raccolte in tempi e modi per preservare la fragranze del frutto e preservare le sostanze antiossidanti. Il profilo organolettico del Panal Test: è il risultato di Olio equilibrato dal fruttato leggero maturo, con note piccante medio. Per riconoscere un buon olio made in italy bisogna tenere conto di molti aspetti come acidità che deve essere sotto degli 0.8 mentre i polifenoli devono essere superiori a 300. Lodevole l'iniziativa promossa dal consorzio olivicolo Cno, Cia e Zecca dello Stato, che punta a difendere il vero prodotto made in italy dalle frodi. Si tratta di un "Contrassegno" che si aggiunge alle indicazione obbligatorie già in etichetta e certifica l'olio extravergine 100% italiano. Senza dubbio uno strumento che aiuterà i consumatori a distinguere il vero olio made in italy, sempre più bersagliato da continue frodi e falsificazioni. Il contrassegno potrà essere utilizzato da tutti i produttori e aziende olivicole Italiane che dimostrano la tracciabilità dell'intera filiera del olio extravergine made in italy.
Il contrassegno si applica al collo della bottiglia dove abbiamo una stampa di sicurezza, QR code e la numerazione univoca per la tracciabilità. Gli ideatori, Cno, Cia e Zecca dello Stato però ancora non hanno trovato l'ok dal MEF (ministero economie e finanze) e nemmeno dal Ministero delle Politiche Agricole.
Da ricordare al consumatore, che purtroppo la Commissione Europea con il contributo del governo Italiano, hanno incrementato di 35 mila tonnellate l’anno per il 2016 e il 2017 l’import extra di olio di oliva a dazio zero proveniente dalla Tunisia.
Come Riconoscere un Olio Extravergine Biologico Made in Italy
Le frodi sull’olio di oliva, i meccanismi di falsificazione, la frenetica corsa verso la sofisticazione del prodotto olio Italiano, il re della dieta mediterranea più ricercato al mondo.
Già da diversi anni si sente parlare di frodi sull’olio di oliva: c’è chi utilizza dell'olio d'oliva e dell'olio "lampante" importato dall’estero (Spagna, Grecia, Tunisia, Turchia, Siria) e attraverso semplici tecniche termiche e fisiche, è in grado di eliminare dal prodotto, odori e acidità, per poi essere mescolati con extravergine italiano, etichettati e posti anch'essi in commercio come "olio d'oliva italiano"; c’è chi utilizza miscele di olio d'oliva lampante rettificato, olio di sansa rettificato, ed in ultimo in percentuali molto basse, olio extravergine, per poi imbottigliare e vendere sugli scaffali spacciandolo per "olio d'oliva extravergine italiano"; c’è chi utilizza delle miscele a base di olio di nocciola; il quale ha una composizione chimica ed organolettica molto simile a quella dell'olio d'oliva e perciò lo rende particolarmente adatto alla sofisticazione.
Naturalmente anche questo viene spacciato come 100% olio di oliva. Insomma come si può notare ci sono diversi modi per falsificare l'olio d'oliva, i quali non sono difficili da realizzare. Ma tutto ciò è legale? Sembrerebbe di si (almeno per quanto riguarda i miscugli con olio estero), perché sulle etichette non è obbligatorio indicare l’origine delle olive ed è quindi possibile “spacciare” come Made in Italy miscugli di olio o spremute da olive spagnole, greche, tunisine ecc.. Insomma sembra proprio che per il consumatore, riconoscere e gustare un buon cucchiaio di solo extravergine di oliva italiano, su una bella insalata o bistecca ai ferri, non è alquanto semplice Una volta c’era la febbre dell’oro, oggi quella dell’olio di oliva. Come mai abbiamo voluto associare questo periodo storico, all’olio d’oliva? Continuando la lettura scopriremo il perché. In Italia i consumi medi si aggirano intorno a 650 - 700 mila tonnellate/anno (per un consumo a persona di circa 12-14kg) e se ne produce mediamente ogni anno circa 650 mila tonnellate, per un giro di affari di 3 mila milioni di euro circa (questa cifra fa venire una febbre da cavallo! o no!). Bene!! qualcuno di voi dirà dove sta il problema! noi lo produciamo e noi lo consumiamo. Non è questa la realtà! L'Italia esporta circa il 30% 40% della sua produzione (verso Stati Uniti, Germania, Giappone), ed il fenomeno è in continua crescita specialmente verso i paesi dell’est. Infatti l’olio italiano è il più richiesto al mondo per la sua pregiata qualità, e de per questo motivo che l’ Italia si conferma leader mondiale nell’esportazione di questo raffinato prodotto.
Con i dati su citati è facile capire che per soddisfare il mercato interno mancano all’appello quasi la metà dell’olio che noi italiani consumiamo. Un comunicato stampa diffuso dalla Cia-Confederazione italiana agricoltori su dati Istat, ha rilevato che importiamo olio dai nostri maggiori fornitori, nell'ordine Spagna, Grecia, Tunisia, Turchia, Siria e Marocco soprattutto per soddisfare i consumi interni e ne esportiamo quasi altrettanto, ma di valore e qualità superiori (leggi articolo). Nel corso del 2006, l'esportazione di olio di oliva è salita, con un aumento rispetto al 2005, di quasi l'11 per cento. Questa informazione, da una parte può far gioire i grossi commercianti italiani, dall’altra parte invece il consumatore e il produttore italiano vengono ingannati. La normativa vigente infatti, non obbliga l'indicazione di origine in etichetta, che consente di verificare oltre al marchio la reale origine delle olive impiegate. Il primo paese in cui l'italia esporta di più sono gli Stati Uniti che, nel 2006, hanno acquistato olio italiano per oltre 1.200.000 mila quintali pari ad un valore di quasi 500 milioni di euro, seguiti dalla Germania con più di 376.000 quintali per un valore di 167.405.153 euro, seguono Francia, Giappone, Regno Unito, Canada, Australia, Svizzera, Olanda e Belgio.
Di fronte a questi introiti è facile farsi prendere dalla FEBBRE DELL’OLIO e vendere l’anima al DIO DENARO. Una situazione alquanto sconcertante, che amplifica ancora di più la rabbia dei nostri olivicoltori, ormai costretti alle decisioni di mercato che solo pochi grossisti e piazzisti gestiscono.
Sono loro infatti, con la collaborazione anche dei grossi commercianti mondiali, coloro che con mano occulta, speculazioni, decidono i prezzi all’origine del prodotto olio. In sintesi vediamo cosa accade: Se la produzione mondiale dell’olio è abbondante, i maggiori grossisti e commercianti importano (a prezzi nettamente inferiori olio estero, oltre a fare altri miscugli e tagli), nel frattempo in Italia i nostri piccoli e medi produttori non riescono a piazzare/vendere a prezzi ragionevoli, il prezzo si abbassa (mentre gli scaffali dei supermercati Italiani si riempiono di olio estero), fino al punto che finalmente viene acquistato (fenomeno nettamente legato alla richiesta mondiale, senza dimenticare che noi italiani siamo i principali consumatori di olio, insieme a Spagna e Grecia). La metà di quest’olio italiano non finirà sugli scaffali d’Italia, ma verrà venduto a prezzi più convenienti (vista la continua cresciente richiesta del pregiato olio Italiano all'estero). Se la produzione mondiale è scarsa viceversa, come ad esempio, è accaduto nella campagna olearia del 1995/96 (la produzione mondiale è stata di 1.735,5 migliaia di tonnellate con un consumo di 1.892,5,) causata dalla scarsa produzione della Spagna, che rimane comunque il più grosso produttore di olio. Allora solo in questi casi il produttore respira aria pulita migliorando il suo bilancio, ed infine il consumatore a buone possibilità di acquistare quasi certamente olio prodotto in Italia.
La domanda: Di seguito vogliamo riportare una delle tante domande che ci hanno posto i nostri lettori: Di fronte a questi inganni, furberie, miscugli sull’olio di oliva, che interessano anche altri prodotti agricoli italiani, ecc. vista anche, la normativa vigente che non può fare nulla per bloccare il fenomeno. Perché tutti ne parlano ma nessuno mette la questione in assoluto risalto utilizzando i canali mediatici? Ad esempio info pubblicità televisiva, giornali nazionali ecc. ecc., informando così tutti i consumatori italiani. Dare una risposta non è semplice, ma rimane evidente a tutti che la matassa è ingarbugliata, i meccanismi, gli interessi economici di questo settore, non sono di facile comprensione o alla portata dei semplici cittadini. I mezzi mediatici cercano, sia pur minimamente, a tenere informata la gente, mantenendo un certo distacco senza creare alcuna forma mirata per divulgare il fenomeno in modo persistente e chiaro che sia alla portata di tutti. Un ottimo lavoro, per esempio, è stato quello della trasmissione del10/marzo/2002 Reporter che ha dedicato un intera puntata, sull’olio di oliva. Si consiglia vivamente a tutti di vedere e ascoltare con attenzione, ciò che è emerso (link>> vedi la puntata Report disponibile online ). Conclusioni: Di fronte ad uno scenario del genere chi può dare dei consigli che assicurano un corretto acquisto di olio extravergine di oliva? Le continue denuncie ed iniziative, delle varie associazioni consumatori ecc. sono utilissimi per amor del cielo. Ma il consumatore finale per essere sicuro che l’olio contenuto in una bottiglia qualsiasi, sia, prima di tutto olio di oliva al 100%, ma principalmente un extra vergine Made in Italy. Come si deve orientare, muoversi per poter sciegliere con sicurezza? Dovrebbe avere in dotazione minimo un occhio bionico!! capace di effettuare una risonanza magnetica in tempo reale, cosa impossibile naruralmente. "Scoprire il vero olio di oliva tramite la risonanza magnetica oggi è possibile, infatti il ministero delle dogane rilasciano vere e proprie analisi certificate che attestano se è olio al 100% di solo oliva ed eventuali tracce di fitofarmaci".
Con la lettura di queste righe, non vogliamo spaventare nessuno ma ci sentiamo in dovere di sottolineare, quanto sia importante tenersi sempre informati, farsi una cultura adeguata su gran parte del processo produttivo e di trasformazione dell’olio di oliva. Molto utile è seguire gli eventi che si organizzano in diverse località d’Italia che promuovono e invitano alla degustazione dell’olio, direttamente in frantoio o azienda agricola, nelle varie aree di produzione italiane. Sembra un po’ complicato ma non lo è affatto, in Italia ci sono oltre 6000 frantoi(magari qualcuno è proprio a pochi chilometri da casa tua).
Prima di partire per trascorrere un fine settimana o addirittura una vacanza, controlla se nel posto in cui ti stai per recare vi è una azienda agricola o frantoio. Perché non approfittarne!! Le possibilità per acquistare direttamente in azienda (assicurandoti che il tutto ovviamente sia certificato ed etichettato, meglio se sono olii DOP o IGP), come puoi notare non è poi una cosa tanto complicata. tratto da www.frantoionline.it
Olio extra vergine: Declassate 9 bottiglie su 20 dalla rivista Test
Il secondo numero della rivista Test ha preso in esame 20 bottiglie di olio extra vergine declassandone quasi la metà a olio vergine per la presenza di difetti organolettici e di alcuni parametri chimici critici. Le prove sono state condotte dal laboratorio chimico di Roma dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, uno dei più qualificati in Italia.
La norma sull’olio dal 1991 prevede che per meritare l’appellativo di extra vergine il prodotto non deve presentare difetti normativa e superare la prova del panel test, obbligatoria per legge. Contrariamente a quanto viene da pensare l’esame organolettico è una prova che non lascia spazio a dubbi interpretativa ed è fondata su solidi principi. L’esito del test è poco entusiasmante visto che nove campioni su 20 non hanno superato la prova di assaggio condotta dal laboratorio che ha riscontrato troppi difetti.
La lista inizia con un difetto chiamato riscaldo-morchia riscontrato nelle bottiglie: Santa Sabina, Coricelli, Cirio 100% Italiano, Frantolio Carapelli e Prima donna della catena Lidl.
Il difetto di rancido è stato riscontrato nell’olio De Cecco, Bertolli Gentile e Carrefour. Il difetto di muffa e umidità terra ha interessato l’olio Sasso.e prove di laboratorio condotte dalla rivista test hanno declassato Santa Sabina, Carrefour classico, Cirio 100% italiano, Prima donna Lidl
L’attribuzione anche di una sola nota negativa – precisa la rivista – ha automaticamente decretato il declassamento dalla categoria “extravergine” a quella inferiore di “vergine” che viene pagato all’ingrosso il 30-40% in meno. La prova chimica degli alchil esteri ha indirettamente confermato le criticità riscontrante nella prova di assaggio.
Non è la prima volta che l’extra vergine italiano scivola. Nel 2005, la rivista Merum, dopo due prove d’assaggio aveva stabilito che ben 30 su 31 campioni erano stati erroneamente denominati extravergine in quanto “puzzavano di rancido”.
Nel gennaio 2010, un test comparativo svolto dalla trasmissione A bon entendeur sul canale svizzero Tsr, attribuì giudizi molto deludenti ad alcuni prestigiosi marchi tricolore. Alcuni mesi dopo arrivò la bocciatura del panel test dell’Olive Center dell’Università di California di Davis: declassati a vergini i campioni di Carapelli, Bertolli, Colavita e Filippo Berio. Passa poco tempo e nel 2012 un test condotto dal mensile francese 60 Millions de Consommateurs declassa a vergini alcuni prodotti, tra i quali il Carapelli Classico. La prova completa si trova sulla rivista
Attenzione alle Truffe sull' Olio Extravergine di Oliva. Il pm Guariniello accusa di frode i rappresentanti legali delle società olearie. Il ministro Martina: "Fondamentale tutelare un settore strategico, da mesi controlli rafforzati" ...l'olio non era extravergine", indagate sette note aziende nazionali
Test del Salvagente. Qualità inferiore per 7 su 15.
Olio extravergine falso: ci risiamo. Secondo Il Salvagente l’olio che compriamo al supermercato come extravergine è in realtà, nella metà dei casi, olio vergine.
La rivista, il cui slogan recita “leader nei test di laboratorio contro le truffe ai consumatori”, ha chiesto al Laboratorio chimico dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli di Roma di sottoporre a test 15 extravergini.
Dal Test si è rilevato che circa la metà è olio extravergine falso, in quanto presentavano difetti.
Dalle Olive non solo l'olio è il protagonista, ma anche il suo sottoprodotto, da scarto ottenuto dalla lavorazione delle olive (sansa composta da: polpa, buccia e dal nocciolo delle olive), si ottiene un combustibile ecologico, il “NOCCIOLINO DI SANSA” in grado di produrre sia calore e sia energia elettrica. In base all'ultimo D.Lgs n. 152 del 3/04/06 ed al d.p.c.m. 8/10/04il nocciolino di sansa d'oliva il combustibile legnoso è considerato biomassa combustibile quale materiale vegetale prodotto dalla lavorazione esclusivamente meccanica di prodotti agricoli, senza aggiunta di additivi chimici risulta senza dubbio Ecologico al 100%.
Il nocciolino di Sansa di olive
Ottimo alternativa al pellet è un Combustibile naturale, considerato biomassa, granulare per l'alimentazione di caldaie per riscaldamento, acqua sanitaria, per temocamini, forni e tutti i tipi di caldaie policombustibili con alimentatore. Il nocciolino di sansa: ecologico , economico, sempre disponibile in abbondanza durante il periodo invernale (la lavorazione delle olive avviene da ottobre-Aprile) è un combustibile che, oltre ad avere un più alto rendimento calorico, riduce notevolmente la produzione di fumi e cenere, garantendo al contempo una più lunga vita delle caldaie ed una minore manutenzione delle stesse, ossia il contario delle Sanse Esauste ottenute attraverso solventi, i quali producono anche fumi e cenere rendendo la vita breve alle caldaie In riassunto il nocciolino è:
COMBUSTIBILE ECOLOGICO senza aggiunta di additivi chimici
ALTO RENDIMENTO CALORICO.
ECONOMICO
RIDUCE FUMI E CENERE
MANUTENZIONE RIDOTTA ALLE CALDAIE
Se possedete una caldaia consultate il produttore della vostra caldaia per verificare la possibilità di sostituire il pellets con il nocciolino di sansa che costa la metà, in quanto può essere dosato grazie all'alimentatore e per l'alto rapporto potere calorico/prezzo, vedi tabella qui sotto, rispetto agli altri combustibili naturali.
Il Nocciolino di Sansa ha una scarsa umidità ed è molto granuloso, è disponibile sia allo stato sfuso che confezionato in sacchi da 25 kg.
La storia e le leggende sull'Olivo e l'Olio La storia della coltivazione dell'ulivo in Calabria risale probabilmente al VII secolo a.c....clicca qui....
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Pubblicato il: 7 Luglio 2016 Aggiornato il: 24 Agosto 2022
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