Olio e Frodi

Falsificazione Olio di Oliva e Frodi

Le frodi sull’olio di oliva, i meccanismi di falsificazione,  la frenetica corsa verso la sofisticazione del prodotto olio Italiano, il re della dieta mediterranea più ricercato al mondo.

lattina-olio-extra-vergine-biologico-1Già da diversi anni si sente parlare di frodi sull’olio di oliva: c’è chi utilizza dell'olio d'oliva e dell'olio "lampante" importato dall’estero (Spagna, Grecia, Tunisia, Turchia, Siria) e attraverso semplici tecniche termiche e fisiche, è in grado di eliminare dal prodotto, odori e acidità, per poi essere mescolati con extravergine italiano, etichettati e posti anch'essi in commercio come "olio d'oliva italiano"; c’è chi utilizza miscele di olio d'oliva lampante rettificato, olio di sansa rettificato, ed in ultimo in percentuali molto basse, olio extravergine, per poi imbottigliare e vendere sugli scaffali spacciandolo per "olio d'oliva extravergine italiano"; c’è chi utilizza delle miscele a base di olio di nocciola; il quale ha una composizione chimica ed organolettica molto simile a quella dell'olio d'oliva e perciò lo rende particolarmente adatto alla sofisticazione.

Naturalmente anche questo viene spacciato come 100% olio di oliva. Insomma come si può notare ci sono diversi modi per falsificare l'olio d'oliva, i quali non sono difficili da realizzare. Ma tutto ciò è legale? Sembrerebbe di si (almeno per quanto riguarda i miscugli con olio estero), perché sulle etichette non è obbligatorio indicare l’origine delle olive ed è quindi possibile “spacciare” come Made in Italy miscugli di olio o spremute da olive spagnole, greche, tunisine ecc.. Insomma sembra proprio che per il consumatore, riconoscere e gustare un buon cucchiaio di solo extravergine di oliva italiano, su una bella insalata o bistecca ai ferri, non è alquanto semplice Una volta c’era la febbre dell’oro, oggi quella dell’olio di oliva. Come mai abbiamo voluto associare questo periodo storico, all’olio d’oliva? Continuando la lettura scopriremo il perché. In Italia i consumi medi si aggirano intorno a 650 - 700 mila tonnellate/anno (per un consumo a persona di circa 12-14kg) e se ne produce mediamente ogni anno circa 650 mila tonnellate, per un giro di affari di 3 mila milioni di euro circa (questa cifra fa venire una febbre da cavallo! o no!). Bene!! qualcuno di voi dirà dove sta il problema! noi lo produciamo e noi lo consumiamo. Non è questa la realtà!
L'Italia esporta circa il 30% 40% della sua produzione (verso Stati Uniti, Germania, Giappone), ed il fenomeno è in continua crescita specialmente verso i paesi dell’est. Infatti l’olio italiano è il più richiesto al mondo per la sua pregiata qualità, e de per questo motivo che l’ Italia si conferma leader mondiale nell’esportazione di questo raffinato prodotto.

Con i dati su citati è facile capire che per soddisfare il mercato interno mancano all’appello quasi la metà dell’olio che noi italiani consumiamo. Un comunicato stampa diffuso dalla Cia-Confederazione italiana agricoltori su dati Istat, ha rilevato che importiamo olio dai nostri maggiori fornitori, nell'ordine Spagna, Grecia, Tunisia, Turchia, Siria e Marocco soprattutto per soddisfare i consumi interni e ne esportiamo quasi altrettanto, ma di valore e qualità superiori (leggi articolo).
Nel corso del 2006, l'esportazione di olio di oliva è salita, con un aumento rispetto al 2005, di quasi l'11 per cento.
Questa informazione, da una parte può far gioire i grossi commercianti italiani, dall’altra parte invece il consumatore e il produttore italiano vengono ingannati.
La normativa vigente infatti, non obbliga l'indicazione di origine in etichetta, che consente di verificare oltre al marchio la reale origine delle olive impiegate. Il primo paese in cui l'italia esporta di più sono gli Stati Uniti che, nel 2006, hanno acquistato olio italiano per oltre 1.200.000 mila quintali pari ad un valore di quasi 500 milioni di euro, seguiti dalla Germania con più di 376.000 quintali per un valore di 167.405.153 euro, seguono Francia, Giappone, Regno Unito, Canada, Australia, Svizzera, Olanda e Belgio.

Di fronte a questi introiti è facile farsi prendere dalla FEBBRE DELL’OLIO e vendere l’anima al DIO DENARO. Una situazione alquanto sconcertante, che amplifica ancora di più la rabbia dei nostri olivicoltori, ormai costretti alle decisioni di mercato che solo pochi grossisti e piazzisti gestiscono.

Sono loro infatti, con la collaborazione anche dei grossi commercianti mondiali, coloro che con mano occulta, speculazioni, decidono i prezzi all’origine del prodotto olio. In sintesi vediamo cosa accade: Se la produzione mondiale dell’olio è abbondante, i maggiori grossisti e commercianti importano (a prezzi nettamente inferiori olio estero, oltre a fare altri miscugli e tagli), nel frattempo in Italia i nostri piccoli e medi produttori non riescono a piazzare/vendere a prezzi ragionevoli, il prezzo si abbassa (mentre gli scaffali dei supermercati Italiani si riempiono di olio estero), fino al punto che finalmente viene acquistato (fenomeno nettamente legato alla richiesta mondiale, senza dimenticare che noi italiani siamo i principali consumatori di olio, insieme a Spagna e Grecia).
La metà di quest’olio italiano non finirà sugli scaffali d’Italia, ma verrà venduto a prezzi più convenienti (vista la continua cresciente richiesta del pregiato olio Italiano all'estero).
Se la produzione mondiale è scarsa viceversa, come ad esempio, è accaduto nella campagna olearia del 1995/96 (la produzione mondiale è stata di 1.735,5 migliaia di tonnellate con un consumo di 1.892,5,) causata dalla scarsa produzione della Spagna, che rimane comunque il più grosso produttore di olio. Allora solo in questi casi il produttore respira aria pulita migliorando il suo bilancio, ed infine il consumatore a buone possibilità di acquistare quasi certamente olio prodotto in Italia.

La domanda:
Di seguito vogliamo riportare una delle tante domande che ci hanno posto i nostri lettori: Di fronte a questi inganni, furberie, miscugli sull’olio di oliva, che interessano anche altri prodotti agricoli italiani, ecc. vista anche, la normativa vigente che non può fare nulla per bloccare il fenomeno. Perché tutti ne parlano ma nessuno mette la questione in assoluto risalto utilizzando i canali mediatici? Ad esempio info pubblicità televisiva, giornali nazionali ecc. ecc., informando così tutti i consumatori italiani. Dare una risposta non è semplice, ma rimane evidente a tutti che la matassa è ingarbugliata, i meccanismi, gli interessi economici di questo settore, non sono di facile comprensione o alla portata dei semplici cittadini. I mezzi mediatici cercano, sia pur minimamente, a tenere informata la gente, mantenendo un certo distacco senza creare alcuna forma mirata per divulgare il fenomeno in modo persistente e chiaro che sia alla portata di tutti.
Un ottimo lavoro, per esempio, è stato quello della trasmissione del10/marzo/2002 Reporter che ha dedicato un intera puntata, sull’olio di oliva. Si consiglia vivamente a tutti di vedere e ascoltare con attenzione, ciò che è emerso (link>> vedi la puntata Report disponibile online ). Conclusioni: Di fronte ad uno scenario del genere chi può dare dei consigli che assicurano un corretto acquisto di olio extravergine di oliva? Le continue denuncie ed iniziative, delle varie associazioni consumatori ecc. sono utilissimi per amor del cielo. Ma il consumatore finale per essere sicuro che l’olio contenuto in una bottiglia qualsiasi, sia, prima di tutto olio di oliva al 100%, ma principalmente un extra vergine Made in Italy. Come si deve orientare, muoversi per poter sciegliere con sicurezza? Dovrebbe avere in dotazione minimo un occhio bionico!! capace di effettuare una risonanza magnetica in tempo reale, cosa impossibile naruralmente. "Scoprire il vero olio di oliva tramite la risonanza magnetica oggi è possibile, infatti il ministero delle dogane rilasciano vere e proprie analisi certificate che attestano se è olio al 100% di solo oliva ed eventuali tracce di fitofarmaci".

Con la lettura di queste righe, non vogliamo spaventare nessuno ma ci sentiamo in dovere di sottolineare, quanto sia importante tenersi sempre informati, farsi una cultura adeguata su gran parte del processo produttivo e di trasformazione dell’olio di oliva.
Molto utile è seguire gli eventi che si organizzano in diverse località d’Italia che promuovono e invitano alla degustazione dell’olio, direttamente in frantoio o azienda agricola, nelle varie aree di produzione italiane.
Sembra un po’ complicato ma non lo è affatto, in Italia ci sono oltre 6000 frantoi(magari qualcuno è proprio a pochi chilometri da casa tua).

Prima di partire per trascorrere un fine settimana o addirittura una vacanza, controlla se nel posto in cui ti stai per recare vi è una azienda agricola o frantoio.
Perché non approfittarne!! Le possibilità per acquistare direttamente in azienda (assicurandoti che il tutto ovviamente sia certificato ed etichettato, meglio se sono olii DOP o IGP), come puoi notare non è poi una cosa tanto complicata.
tratto da www.frantoionline.it

Gli oli extravergine di oliva Italiani non sono tutti uguali clicca qui.....

Pubblicato il: 7 Luglio 2016
Aggiornato il: 16 Agosto 2016