Le contraffazioni dell'Olio EVO.
Un fenomeno sempre più diffuso è quello della contraffazione alimentare. Nonostante gli sforzi: le leggi sempre più incisive, gli arresti e i sequestri è un fenomeno redditizio che spinge personaggi senza scrupoli ad agire e contraffare prodotti conosciuti in tutto il mondo. Naturalmente la nazione che più soffre della contraffazione alimentare è l'Italia, che con il suo inestimabile patrimonio enogastronomico subisce veri e propri saccheggi a scapito dei produttori e della qualità dei prodotti. Molte volte la contraffazione è interna, invece molto più spesso sono paesi privi della nostra tradizione a contraffare i prodotti italiani. Tra questi prodotti uno di quelli che soffre di più è l'olio EVO.
La produzione
Bisogna fare alcune premesse. L'Italia è la seconda produttrice mondiale di olio e olio EVO dopo la Spagna. Quasi il 78% della produzione italiana è concentrato al Sud per lo più in terreni collinari. Questo dato è importante per capire come la produzione di olio sia fondamentale per l'economia del Mezzogiorno e come allo stesso tempo sia difficile la raccolta in terreni collinari, che però gli danno un gusto unico.
C'è poi una variabile, non tutte le annate sono uguali. Normalmente si alternano annate abbondanti ad annate scarse, è un processo naturale che avviene in molte specie vegetali. Ma la quantità prodotta dipende anche da altri fattori come i cambiamenti climatici, che spesso influiscono pesantemente nella resa, e le possibili malattie delle piante (La Xylella che affligge la Puglia ad esempio).
Le contraffazioni
In questo contesto s'inseriscono i truffatori, ingolositi da un guadagno facile. Se consideriamo che un olio EVO di qualità costa non meno di 7 euro (e il guadagno per i produttori è minimo) si capisce come una contraffazione può permettere di abbassare leggermente i prezzi, vendere più merce e guadagnare molto. Tutto a scapito di produttori, ma soprattutto dei consumatori.
Sull'olio d'oliva e olio EVO ci sono diversi tipi di contraffazione. Una delle più comuni è l'importazione di olio da paesi come Spagna, Grecia, Marocco, ecc... spacciato per olio italiano (di qualità superiore). I prezzi in quei paesi, per via della qualità e dei costi di produzione è inferiore, quindi il guadagno è assicurato.
Questa è una truffa, anche se è sempre olio il gusto e le proprietà sono decisamente diverse. E' come comprare un'automobile con la carrozzeria Ferrari e ritrovarsi il motore della Panda, non proprio il massimo.
C'è poi olio venduto come EVO o semplicemente d'oliva che in realtà è olio di semi o addirittura di soia.
A gennaio, ad esempio, a Sarno in provincia di Salerno, la guardia di finanza ha sequestrato oltre due tonnellate di olio EVO adulterato. L’accusa è di frode in commercio. Durante l’operazione le fiamme gialle della compagnia di Scafati, per ordine del capitano Nunzio Napolitano, hanno rinvenuto una partita di prodotto che in base alla documentazione esibita, doveva essere tutto ‘extra-vergine’italiano, ma in realtà, dopo l’esame di laboratorio effettuato dall’ufficio delle Dogane di Bari, il prodotto risultava adulterato.
In pratica conteneva olio di semi e 200 litri erano già stati imbottigliati e pronti alla commercializzazione, tre persone, responsabili dell’azienda, sono state denunciate.
Più recente, nel mese di maggio, un'altra truffa è stata sventata dalle forze dell'ordine. In Puglia, una vera e propria organizzazione criminale aveva creato delle società fittizie con annessi frantoi fantasma nei quali sostenevano di produrre olio EVO. Invece, quello che vendevano in Italia e all’estero era olio di semi, di soia o di girasole, addizionato con clorofilla e betacarotene. I carabinieri del Nas di Foggia, coordinati dalla procura dauna, guidata da Ludovico Vaccaro, hanno eseguito diversi sequestri e 24 misure cautelari, diciassette delle quali a Cerignola (Foggia), finita al centro dell’operazione battezzata ‘Oro giallo’, che ha coinvolto non solo la città pugliese.
Per capire la redditività di tali operazioni criminali basta fare due conti: un litro di olio sofisticato (compreso il contenitore utilizzato) con un costo produttivo di circa 1,20 euro, veniva rivenduto sul mercato a prezzi che variavano tra i 5 e i 10 euro. Mentre normalmente il costo di produzione di un olio EVO (compreso il contenitore utilizzato) si aggira minimo sui 6 euro.
Come difendersi dalle truffe
Difendersi dalle truffe non è facile, ma i mezzi ci sono. Innanzitutto si può comprare l'olio EVO da piccoli produttori certificati (anche online). E' un modo sicuro, che previene alla radice qualsiasi truffa. Naturalmente facendo attenzione che siano realmente frantoi.
Quando comprate un olio EVO nella grande distribuzione diffidate sempre delle offerte low cost e date uno sguardo al costo al litro e all’etichetta: l’origine (può essere indicato lo Stato da cui arriva il prodotto o, anche e più genericamente, Unione Europea se si tratta di un Paese membro. L’indicazione di origine si riferisce alla zona nella quale le olive sono state raccolte e in cui si trova il frantoio dove è stato estratto l’olio), la classificazione, la denominazione, il produttore, il volume e la data di scadenza sono elementi fondamentali da tenere in considerazione (la data di imbottigliamento o l’annata del raccolto, invece, sono specificazioni facoltative).
Se il prezzo è troppo conveniente, spesso non è vero (nella grande distribuzione può capitare che ci siano offerte) e quindi diffidate. Qualche euro in più vi garantisce un prodotto di qualità che fa bene alla salute. Una vera e propria medicina naturale in grado di prevenire molte patologie. Non cascate nelle truffe, non ne va solo del gusto, ma soprattutto della salute.
Aggiornato il: 4 Maggio 2023